giovedì 19 dicembre 2019

PETIZIONE POPOLARE a favore della BANCA POPOLARE DI BARI e delle BANCHE DEL SUD



Contattateci per firmare i Moduli della "Petizione Popolare contro la trasformazione della Banca Popolare di Bari in S.p.A." da inviare al premier incaricato, prof. Giuseppe Conte e CDM (Consiglio dei Ministri) in carica. 

TESTO DELLA PETIZIONE POPOLARE: 
«Illustre Presidente Conte, Illustri Ministri, le vicissitudini della banca Popolare di Bari sono un vero dramma per tutto il bistratto territorio meridionale. 
Apprezziamo l'intervento del Governo a favore degli azionisti-risparmiatori ma contestualmente sorge una grave preoccupazione sul cosiddetto "salvataggio" dell'Istituto di Credito barese mediante la Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale S.p.A. e capitali "privati". Tra l'altro, gli interventi della Banca del Mezzogiorno sono destinati a società bancarie "di norma" società per azioni. 
Questo significa spalancare le porte alla concreta possibilità di trasferire la proprietà della nostra Banca ad Istituti di Credito del nord, dando così un colpo mortale alla piccola e media imprenditoria del sud. Questo significa ulteriore povertà, ulteriore disoccupazione, ulteriore emigrazione dei nostri giovani. 
Chiediamo che questo scempio non si realizzi, che la Banca resti "Popolare", resti dei nostri risparmiatori, resti una grande banca del sud per tutti i meridionali». 

CONDIVIDETE E PASSAPAROLA!!!







domenica 8 dicembre 2019

UN'ALTRA TEGOLA CADE SULL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BARI



«A furia di rinnegare permessi, autorizzazioni, patrocini gratuiti, ecc...si isoleranno e saranno assediati da tutte le forze politiche avversarie.
Forse perché i "compagni" vogliono essere i custodi della storia, cultura, arti, scienze, ecc. ecc.? Allora, siamo difronte ad un'altro mistero della politica italiana, post-unitaria. 
Concludo, parafrasando il filosofo tedesco HANS GEORG GADAMER: "La cultura è l'unico bene dell'umanità che diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande".
Ma, se continuano ad essere duri di comprendonio, avranno la "guerra", quella "politica" ovvio!».
MF


sabato 9 novembre 2019

PROMESSI SPOSI - IL MATRIMONIO IN VETRINA



Oggi abbiamo appreso tante novità, tendenze e curiosità per il 2020. 
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lunedì 2 settembre 2019

DEL PRINCIPIO FEDERATIVO (1863) di Pierre-Joseph Proudhon.

 

DEL PRINCIPIO FEDERATIVO
di Pierre-Joseph Proudhon
(1863)

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«Nei giorni e nelle ore più buie dell'ennesimo "teatrino" della politica italiana, mi dedico allo studio e analisi sui principi del Federalismo "integrale" politico-amministrativo (modello svizzero); Governo federale; Decentramento del potere esecutivo, legislativo e giudiziario. 
Anche sé l'opinione pubblica italiana non è preparata, la nostra "ancora di salvezza" è e sarà la petizione "REFERENDUM SULLA FORMA ISTITUZIONALE DELLO STATO" da Repubblica Democratica/Stato unitario a Confederazioni di Stati sovrani (unione e diversità), come la Svizzera (1848)...come era prima della (farsa) Unità d'Italia (1861).
Nel 1863, P. J. Proudhon profetizzò: ...L'avvenire del mondo, sarà un avvenire di federazioni, di libertà e di cooperazione oppure gli uomini assaporeranno il purgatorio dei prossimi secoli».

MICHELE FILIPPONIO 
(Dirigente politico/Tesoriere del Movimento Duosiciliano






venerdì 9 agosto 2019

...E GIUNSE IL DIVORZIO.



Intervista di Antonella Cirese al Segretario Generale del #MovimentoDuosiciliano #MDS Michele Ladisa.


DOMANDA: Salvini stacca la spina. Qual'è il suo commento?
RISPOSTA: Parafrasando una frase di manzoniana memoria direi che "Questo matrimonio Lega - Movimento 5 Stelle non s'aveva da fare ne ieri e ne mai ". Ma evidentemente interessi particolari da parte di Di Maio furono tali da pretendere un contratto di governo. Ebbene il governo di una nazione non può andare avanti per la sottoscrizione di un contratto. 
La politica è fatta di momenti e di imprevisti che bisogna affrontare e ai quali poi bisogna trovare soluzioni. Purtroppo, a suo tempo, il comportamento di Di Maio e di chi l'ha sostenuto è stato di grande arroganza ed ora "i nodi" vengono al pettine. 
Ritornando alla crisi di governo, una mossa strategica sarebbe stata, a mio parere, quella che a staccare la spina dovevava essere Di Maio e non Salvini. 
Diciamolo francamente, il vero motivo di questa crisi non è la TAV, quanto quello che non si vuole fare, e cioè l'autodeterminazione differenziata, fiscale da parte delle tre regioni del Nord: Veneto, Lombardia ed Emilia- Romagna.

DOMANDA: Autonomia differenziata e crisi del Governo. Qual'è la sua valutazione?
RISPOSTA: Secondo me, non si possono capire le cose se queste non si conoscono. Infatti il Movimento 5 stelle non è nato certamente per cambiare "l'Italia" ma per cambiare una classe politica, sostituire di fatto la vecchia classe politica con facce nuove. 
Questo è del tutto insufficiente per realizzare un "cambiamento vero" benchè abbiano dato vita ad un governo definito " il governo del cambiamento". La Costituzione italiana, nata nel 1947, prevede l'Italia come unico blocco nazionale di conseguenza manca una cultura federalista. 
Questa mancanza di cultura federalista abbraccia non solo il Movimento 5 stelle ma tutti i partiti, con l'aggravante che con l'avvento della Lega è stato propinato un tipo di "Federalismo" che non rientra nella logica del "vero" federalismo avendo dato vita ad un federalismo fiscale che non ha nulla ache fare con quello politico, e finendo per privilegiare ancora una volta le regioni del nord. 
A questo punto è chiaro che il "cambiamento" in senso federalista non possono originarlo i 5 stelle, nè gli altri partiti nazionali, compresa la Lega di Salvini, che, come si vede, ormai parla soltanto una lingua "nazionalista e sovranista". Almeno in apparenza. 

DOMANDA: Qual'è la proposta politica che parte dal Sud per fare piazza pulita di una classe dirigente che ha distrutto il nostro Mezzogiorno?
RISPOSTA: La risposta sta proprio nella Sua domada. Ormai è inconfutabile affermare che il Sud ha bisogno di un suo partito che sappia difenderne le ragioni, migliorarne le condizioni riportandole a livello ottimale e che sopratutto faccia una proposta politica che valga per il proprio territorio, ex due Sicilie cioè dall'Abruzzo a Lampedusa, ma che possa parlare a anche in un ambito piu vasto come quello nazionale. 
Una svolta federalista è quanto di più auspicabile. Con la proposta ferderalista un Partito meridionalista riuscirebbe a portare il Mezzogiorno d'Italia a livelli altissimi, anche internazionale, come del resto è ampiamente dimostrato dal federalismo delle piu grandi nazioni al mondo a partire dalla Svizzera.

Antonella Cirese

giovedì 1 agosto 2019

IL VECCHIO CHE AVANZA PER IL SUD COLONIA.



 
IL VECCHIO CHE AVANZA PER IL SUD COLONIA.
Intervista di Antonella Cirese al Segretario Generale del Movimento Duosiciliano Michele Ladisa.
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DOMANDA: Si torna a parlare di "Questione Meridionale". Qualche giorno fa, in occasione del secondo tavolo con le parti sociali convocato dal Presidente Conte, il Ministro dell'Economia Tria ha proposto l'istituzione di una "Banca del Mezzogiorno", per erogare credito agevolato alle imprese del Sud e alle famiglie. Secondo lei, è davvero questa la soluzione per il rilancio del Sud?
RISPOSTA: La proposta del Ministro Tria è qualcosa di sconcertante, è vecchiume allo stato puro, è aria fritta servita sulla tavola degli "ingenui" meridionali. Come si fa a riproporre idee di questo genere che già in passato hanno avuto la loro soluzione nel fallimento? Basta ricordare la Banca per il Sud di Tremonti memoria. Questo Governo composto dal Movimento 5 stelle che ha preso una barca di voti dal Sud, ovvero ex-Regno delle Due Sicilie, aveva ed ha il "sacrosanto dovere" di pensare in maniera fortemente innovativa e non partorire idee che non portano a nulla. La politica del Governo è identica a quella dei governi passati si vuole continuare ancora a tenere in condizioni coloniali l'intero Mezzogiorno, come dimostra il fatto di avere un Ministro preposto per il Sud in Barbara Lezzi, creando quasi dei "protettorati" di territori coloniali.

DOMANDA: Perché si continua a tenere in piedi il binomio investimenti-infrastrutture a Nord assistenzialismo a Sud?
RISPOSTA: Perché è quello che fa comodo a questa Italia, questa Italia cosi come è strutturata, che deve avere nel Nord le attività produttive e al Sud un assistenzialismo dovuto allo stato di colonia in cui hanno ridotto l'intero Mezzogiorno dal 1860 ad oggi. Qui la delusione è immensa proprio perché si è votato gente che non ha alcuna idea di cambiare le politiche non per il Sud ma le politiche di tutta Italia in modo da mettere in condizioni paritetiche il Sud con il resto d'Italia. Il Sud è già convinto di poter essere autonomo, ha le risorse necessarie per fare da sé ma è fondamentale impedire che l'Italia e il Nord continuino a mettere le mani sulle nostre grandi ricchezze. Per il Sud è arrivato il momento che si debba autogestire i tempi sono ormai maturi per questo.

DOMANDA: Il Governo ci ripropone una "Cassa del Mezzogiorno" vestita di nuovo, sembra quasi che abbia paura di pensare ad un federalismo regionale a favore del Sud dove ogni regione del Mezzogiorno, essendo autonoma, potrebbe meglio curare i propri interessi e meglio rappresentare la propria comunità. Come mai?

RISPOSTA: La Cassa per il Mezzogiorno, vecchia o nuova che possa essere, è un altro elemento, che si riallaccia alla condizione coloniale del Sud. Perché il federalismo non viene applicato? Per il semplice motivo che il "vero" federalismo, non quello fiscale imposto dalla Lega qualche anno fa, ma il federalismo di tipo "Svizzero" è un qualcosa di cui i nostri governanti sono all'oscuro e, comunque anche se ne avessero conoscenza, il federalismo viene passato per "Secessione" dei territori e questo fa paura a tutti. Di conseguenza si continua sulla strada della vecchia e consueta politica, ormai da 160 anni, e se questo è il Governo del cambiamento francamente c'è da "suicidarsi". Per il cambiamento bisogna che i meridionali, i "cosiddetti" meridionali, riescano a comprendere un nuovo messaggio e cioè quel messaggio del "Federalismo puro" che li può portare all'apice del mondo intero.
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Antonella Cirese

giovedì 25 luglio 2019

AUTONOMIE: FUORI I POLITICI, LA PAROLA AL POPOLO.



AUTONOMIE: FUORI I POLITICI, LA PAROLA AL POPOLO. 
Intervista di Antonella Cirese al Segretario generale del #MovimentoDuosiciliano #MDS, Michele Ladisa. 


DOMANDA: Il nodo dell'Autonomia. Governo bollente: sul tavolo il dossier dell'Autonomie e delle Grandi Opere. Questo Governo potrebbe cadere sull'Autonomia o in fondo è solo un pretesto? 
RISPOSTA: Se questo governo cadrà, cadrà per l'Autonomia Differenziata che non si può concedere perché è un atto osceno. Si potrebbe anche affermare che ci sia la possibilità che possa cadere sulle Grandi Opere ma sarebbe solo una copertura alla "verità", quella appunto che l'Autonomia Differenziata non può essere concessa. 
In Italia ci sono già Regioni e Province a statuto speciale alle quali vanno associate queste regioni ad autodeterminazione differenziata e, difronte a tale situazione, si vede un "brancolare" nel buio di questo Governo che rende inspiegabile il perché voglia far passare questa ennesima forma di disparità tra Regioni, quando invece le Regioni dovrebbero essere tutte sedute intorno ad uno stesso tavolo per discutere e ragionare su un nuovo "sistema" Italia.


DOMANDA: Il Governo in fondo cosa intende per Regionalismo Differenziato? Non è che lo abbia spiegato, qual'è il suo pensiero a proposito?
RISPOSTA: Il Governo italiano non può spiegare esattamente di cosa si tratta in quanto dovrebbe dare atto, in maniera chiara e precisa, che con questa Autonomia Differenziata si muovono i primi passi verso la secessione della Padania.
Queste regioni sono parte integrante e fondamentale per realizzare il progetto Padania che la Lega non ha mai abbandonato, al di là di quello che voglia dire il Ministro degli Interni, Matteo Salvini, nonché segretario della Lega.

DOMANDA: Dopo il "NO" di Conte all'Autonomia Differenziata delle scuole, il Presidente della Regione Sicilia, Musumeci, chiede al premier Conte la convocazione di un tavolo nazionale sull'Autonomia Differenziata che coinvolga tutte le Regioni. Che ne pensa?
RISPOSTA: A Musumeci direi che quello che lui propone è comunque un discorso sempre legato all'attuale "sistema" Italia cioè a tutti quei tavoli, di qualsiasi genere, che si fanno sistematicamente e che non producono nulla.
Qui bisogna avere il coraggio di dare di nuovo voce e potere ai cittadini di questo Stato. Su un problema di tal genere si chiamino i cittadini al Referendum, quelli del Nord come quelli del Sud, in modo da iniziare a determinare una nuova e paritetica situazione.
Inoltre facciamo un passo in avanti sostanziale parlando di "Federalismo regionale" valido per tutte le Regioni, sia quelle a Statuto Ordinario sia quelle a Statuto Speciale includendo anche le Province Autonome, tutte insieme nel Federalismo che concederà una nuova forma di democrazia in Italia e libertà per tutti i cittadini in particolare per quelli del Sud che ci sono così a cuore.

Antonella Cirese  



mercoledì 17 luglio 2019

ALITALIA E ARCELOR-MITTAL: Interesse e Disinteresse Nazionale.


Intervista di Antonella Cirese al Segretario Generale del Movimento Duosiciliano Michele Ladisa
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DOMANDA: L'Alitalia torna ad essere una compagnia di bandiera. Il motto del Governo è il seguente: "Nazionalizzare perché porta turismo". Che ne pensa?
RISPOSTA: Penso che la posizione del Ministro Di Maio risponda a due logiche una estetica e l'altra finanziaria; quella estetica consiste nel grande desiderio di vedere volare il "tricolore" per i cieli del mondo, quella finanziaria è una battaglia del Movimento5Stelle laddove hanno appurato che le compagnie low-cost, come la Ryanair, in dieci anni hanno sottratto alle casse pubbliche delle Regioni e e delle provincie italiane, da Crotone a Bergamo, da Bari in poi sino a Verona, danaro pubblico con lo scopo del turismo. 
Per quanto riguarda la Puglia, Ryanair è riuscita alla grande togliendo chiaramente un grande potere contrattuale e di mercato alla stessa Alitalia
Ora il desiderio di Di Maio, evidentemente, è che questi soldi risparmiati "un miliardo e ottocento milioni" in dieci anni, possano andare nelle casse disastrate di Alitalia in modo tale che questa stessa compagnia possa volare e atterrare nei nostri aeroporti e francamente, al riguardo, ci auguriamo che sopratutto si tenga conto del turismo a Sud.

DOMANDA: Intanto si susseguono gli incontri al Ministero dello Sviluppo Economico per discutere di Arcerol-Mittal e rimangono aperte le questioni della cassa integrazione e dell'impunità penale. Ma al di la delle buone intenzioni dove sono gli impegni e i progetti veri per una svolta decisiva?
RISPOSTA: Per richiamare il titolo di un vecchio film "Nulla di nuovo all'orizzonte", sembra proprio che questo governo sia un dejavu di quelli passati e ritornano sul tavolo i vecchi problemi. 
In fondo la cassa integrazione è il solito argomento che vien posto sul tappeto da anni con il medesimo risultato: tutti promettono assunzioni e invece cassa integrazione. 
Poi c'è il discorso dell'impunità dei responsabili della Mittal ma questo non doveva esistere già nella fase contrattuale. 
Ricordo che questo tema fu già denunciato, in tempi non sospetti, dal giornalista-scrittore Pino Aprile che fu tra i primi a sollevarsi. Insomma, questo contratto non si doveva fare ne ieri ne mai.

DOMANDA: Cassa integrazione, impunità ma sopratutto a Taranto si continua a morire. Di Maio risponde "nessuno a questo tavolo vuole chiudere l'azienda. Massima priorità al lavoro e alla sicurezza". Ma in concreto quali sono le risposte del Governo e perché,secondo lei, non si cerca una soluzione simile a quella trovata per l' Alitalia?
RISPOSTA: Il Ministro Di Maio può solo asserire che questa azienda non va chiusa ma non lo fa non per il bene del Sud ma per il bene delle casse dello Stato italiano. 
Infatti l'ex-Ilva produce l'1% del PIL nazionale, quindi l'italia non può avere nessun interesse alla sua chiusura. Il problema è la carenza assoluta di idee per risolvere la questione di Taranto. 
Si usano due pesi e due misure: ci troviamo davanti a due aziende Alitalia e Mittal che sono entrambe aziende di interesse nazionale. 
Però, mentre c'è una grande disponibilità sia di soldi che di volontà per risolvere la questione Alitalia con l'intervento massiccio dello Stato italiano, per l' ex-ILVA questa disponibilità non c'è. 
Si punta solamente a convincere il privato a fare anticipazioni o finanziamenti per risolvere la problematica ambientale e la sicurezza dei lavoratori. 
Quindi una grande disparità di trattamento tra Alitalia e l' ex-Ilva. Si può, si dovrebbe fare e si deve fare invece una grande azienda anche a Taranto con l intervento pubblico che garantisca la messa in sicurezza di tutti gli impianti per salvaguardare finalmente il lavoro e la salute sia dei dipendenti che dei tarantini. 
Su questo punto il Ministro Di Maio e il Governo sono davvero lontani dal voler veramente risolvere la problematica" di questa grandissima azienda.
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Antonella Cirese

mercoledì 10 luglio 2019

UNA SVOLTA FEDERALISTA PER IL SUD



UNA SVOLTA FEDERALISTA PER IL SUD
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Intervista di Antonella Cirese al Segretario Generale del #MDS #MovimentoDuosiciliano Michele Ladisa.
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DOMANDA: Si torna a parlare di Autonomia Differenziata. Questa volta è Pino Aprile che di nuovo tuona, dichiarando: "No Autonomia Differenziata. Equità o Secessione".
Perché i meridionalisti "autorevoli" fanno finta di ignorare l'esistenza di Movimenti Identitari che già da tempo (anni) si stanno muovendo aderendo ad un progetto di Federalismo?
RISPOSTA: Per la verità ho due timori: innanzitutto che Pino Aprile non sia a conoscenza di una movimentazione in tutta Italia di carattere federalista, poi temo che Pino Aprile non abbia proprio una cultura di tipo meridionalista del resto non si comprende bene se gli interventi di questo genere siano fatti nella veste di giornalista o di politico di solito, come da lui stesso dichiarato, interviene come giornalista e in questo caso afferma il suo pensiero mettendoci anche il "cuore" ma se ha parlato da politico allora ha commesso un errore, un errore di fondo, perché quando si affrontano queste tematiche bisogna anche dare una proposta concreta che non può essere di carattere secessionistica...pensiamo alla Catalogna che non è riuscita ad ottenere la sua indipendenza, la sua secessione dalla Spagna.

DOMANDA: L'Autonomia alle nostre condizioni non fa paura al Sud. Tra le regioni pronte a spiccare "il volo" c'è la nostra Puglia e il Movimento Duosiciliano mi pare stia lavorando proprio verso una proposta concreta. C'è ne vuole parlare?
RISPOSTA: Il Movimento Duosiciliano ha aderito ad una movimentazione che investe tutte le regioni d'Italia per una svolta di carattere federalista. Non ci riferiamo al "federalismo fiscale" della Lega (Nord) che è stato una trappola per tutto il territorio del Sud, ma parliamo di federalismo vero, quello di tipo svizzero, che potrebbe risolvere in effetti queste problematiche così strane dell'Autonomia Differenziata che andrebbe a favore solo di poche regioni a discapito delle altre. Invece, con il federalismo si rientra in un discorso di equità e autogoverno totale rappresentando una svolta epocale, anche perché le regioni del Sud federate tra loro potrebbero addirittura riuscire a creare un unica grande area di carattere federata ricostituendo il territorio preunitario che sappiamo essere stato glorioso e finanziariamente ed economicamente ricco.

DOMANDA: Non crede che sia ora che illustri "meridionalisti" la smettano di urlare "Svegliati Sud". Non le pare che il Sud si sia già svegliato?
RISPOSTA: il Sud si è svegliato da diverso tempo lo abbiamo visto con i risultati degli ultimi due Referendum che si sono svolti in Italia. Il Sud del territorio ex-Due Sicilie, dall'Abruzzo a Lampedusa, ha votato nello stesso modo come ha votato anche per le elezioni politiche riversando la maggior parte dei voti al Movimento 5 Stelle mostrando cosi di aver compreso la necessità di stare insieme, di quello che subisce e delle rivendicazioni giuste. In quel momento per esprimere i suoi disagi il Sud aveva - a portato di mano - il Movimento 5 Stelle, che però ha disatteso le proprie promesse elettorali, al Sud quindi ora manca una forza politica propria, forza politica che deve nascere. Da anni si sollecita la nascita di una forza politica per il Sud, lo stesso Pino Aprile è stato più volte sollecitato a scendere in campo politico ma ovviamente non si può obbligare nessuno a scelte di questo genere. Direi, che è arrivato il momento di realizzare una grande forza politica che possa difendere gli interessi di tutti i meridionali in modo democratico nell'ambito del federalismo.
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Antonella Cirese

domenica 7 luglio 2019

VALENZANO: AUMENTO DELLA TA.RI. INGIUSTA. MA E' UN ATTO AMMINISTRATIVO DOVUTO DALL'ATTUALE COMMISSARIAMENTO PREFETTIZIO


VALENZANO: AUMENTO DELLA TA.RI. INGIUSTA. MA E' UN ATTO AMMINISTRATIVO DOVUTO DALL'ATTUALE COMMISSARIAMENTO PREFETTIZIO
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Comprendiamo l'aumento, da poche decine a centinaia di euro, per le utenze domestiche e attività commerciali di Valenzano, contro l'aumento della TA.RI. (Tassa sui Rifiuti), che sostituisce la vecchia TA.R.S.U. (Tassa Rifiuti Solidi Urbani), che prevedeva il pagamento in base alle dimensioni degli immobili (ossia, un costo fisso tra utenze domestiche e non). Invece, la TA.RI., prevede un costo fisso + un costo variabile (anche in riferimento al numero degli occupanti gli immobili tassati)....una "genialata" dei Governi. 

Quindi, le tasse dovranno essere pagate allo Stato. I Commissari Prefettizi applicano la normativa di indirizzo amministrativo, che rientra nelle loro funzioni. Ma, non possono applicare l'indirizzo politico, cioè abbassare o alzare la tassazione, che spetterà alla futura "Amministrazione Comunale". 

Pertanto, a prescindere che notiamo manifesta incapacità o ignoranza della complessità della materia, pressapochissimo e tanto altro...i nostri Sostenitori e Simpatizzanti locali del Movimento Duosiciliano non saranno presenti al "sit-in" di Martedì 9 Luglio, in quanto di RACCOLTA DIFFERENZIATA a VALENZANO se ne parla dal 1996 e con risultati, ancora oggi, deludenti. E poi, crediamo fortemente, che l'attuale "Servizio di Raccolta Rifiuti" dev'essere annullato, ripensato, riscritto in chiave eco-sostenibile, così come la necessità di investire in educazione ambientale, formazione e divulgazione su questi temi a vantaggio della Comunità valenzanese e non - principalmente - per il solo profitto di Aziende vincitrici dell'appalto; in un "Sistema Italia", che non funziona a dovere, specialmente a Sud. 
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Michele Filipponio 
(Dirigente politico/Tesoriere di MDS-Movimento Duosiciliano

venerdì 5 luglio 2019

Acqua: bene comune o bene privato?


Intervista di Antonella Cirese al Segretario Generale del Movimento Duosiciliano, Michele Ladisa.



Domanda: L'art. 24 del Decreto Crescita, ormai legge, in sostituzione dell'Eipli attualmente in liquidazione (Ente per lo Sviluppo dell'Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Campania e Irpinia) prevede la costituzione di una S.P.A. a capitale pubblico dove entrerebbero il Ministero dell'Economia e le Regioni interessate. Una vittoria o il primo passo verso la privatizzazione dell'acqua?
Risposta: L'Eipli ma anche i Consorzi esistenti sul territorio - sopratutto meridionale -, citiamo il Consorzio di Arneo e Terra D'Apulia sono "carrozzoni politici", che hanno creato buchi di bilancio economici clamorosi e un altrettanto clamoroso disservizio tra gli agricoltori. 
E' giusto quindi prendere un provvedimento in relazione a questa situazione, ma assolutamente non mi pare possa essere una risposta adeguata la trasformazione dell'Eipli in una S.P.A. a capitale pubblico; abbiamo l'esempio dell'Acquedotto Pugliese che è una S.P.A. capitale pubblico interamente della Regione Puglia e i cui risultati di gestione non appaiono per nulla soddisfacenti ne sul piano finanziario ne su quello del servizio. 
Il provvedimento del governo è un "navigare a vista" e non affronta il problema più generale cioè quello dell'acqua "bene comune".

Domanda: I pentastellati esultano per questo provvedimento sostenendo che la forma della S.P.A. consentirebbe di evitare che il grande indebitamento dell'Ente continui a gravare sul bilancio dello Stato. C'è da esultare o si pongono le basi per la privatizzazione degli altri relativi servizi del Mezzogiorno?
Risposta: I 5 Stelle farebbero meglio a non esultare. Infatti, in quello che affermano c'è una contraddizione in termini perché queste forme di S.P.A. sono delle forme societarie ibride da una parte vorrebbero essere un apertura al privato ma dall'altra sono caratterizzate solo dalla presenza di capitale pubblico. 
Quindi, come si fa, da parte del Governo, a sostenere che con questo tipo di S.P.A. che sostituisce l'Eipli non si gravi sullo Stato? Questo è un provvedimento del Governo assolutamente da bocciare, in quanto, non ha futuro.

Domanda: E dove va a finire la volontà popolare espressa nel Referendum del 2011, contro la privatizzazione dell'acqua?
Risposta: In realtà sono trascorsi otto anni dal Referendum e la volontà popolare non è stata assolutamente rispettata dai vari i governi, che si sono succeduti. 
Al di la dei governi precedenti, anche oggi, le promesse elettorali dei 5 Stelle - fino ad ora -, benché stiano governando, appaiono disattese - anzi - ribadisco che nel momento in cui i pentastellati trasformano gli Enti di Irrigazione in S.P.A. a capitale pubblico nella stessa forma dell'Acquedotto Pugliese significa che non affrontano il problema dell'acqua come bene comune e in particolare non si rendono conto che la situazione dell'acqua come bene comune va affrontato in senso generale cioè nel senso che riguarda sia quello dell'agricoltura e sia quello delle famiglie e quindi per usi civici, industriali e artigianali.
Siamo ben lontani dalle promesse elettorali o per manifesta incapacità o per ignoranza della materia.
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a cura di Antonella Cirese

domenica 30 giugno 2019

EX ILVA - ARCELOR MITTAL: LO STATO CHE NON C'E'


EX ILVA - ARCELOR MITTAL: LO STATO CHE NON C'E
Intervista di Antonella Cirese al segretario generale del Movimento Duosiciliano, Michele Ladisa.
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D.: Il Decreto Crescita è legge ed è arrivato il "SI" del Senato come conseguenza per l'ex-ILVA di Taranto. C'è l'eliminazione dello "scudo giuridico" cioè della cosiddetta immunità penale, che garantisce fino al 6 settembre all'Arcerol-Mittal la non punibilità per i reati ambientali. L'Arcerol minaccia di chiudere l'Ilva dopo il 6 settembre. Se il Governo non trovasse una soluziona adeguata, qual'è la sua valutazione?
R.: Intanto cerchiamo di dare pane al pane e vino al vino. All'indomani della sottoscrizione da parte del viceministro Di Maio del contratto con Arcerol, lo scrittore, giornalista Pino Aprile denunziò che questo contratto non andava firmato proprio perché conteneva l'immunità per codesti signori. Ora al di là di ogni commento, mi pare che firmare una contratto del genere sia stata una leggerezza da "sprovveduti", lo Stato italiano ha delle responsabilità immense in quanto, prima di sottoscrivere il contratto, avrebbe potuto con i propri finanziamenti sistemare la questione dei parchi minerali e mettere in sicurezza l'ex-Ilva per l'inquinamento ambientale, potendola poi rivenderla a prezzo maggiorato alla medesima azienda. Così l'azienda avrebbe potuto lavorare in partenza senza o con pochi problemi di carattere ambientale. Invece nulla, anzi che fine ha fatto il risarcimento miliardario dell'ex-proprietario Riva? Su tutto questo, lo Stato Italiano non ne fa parola, anzi, ha provveduto a sottoscrivere con Di Maio un contratto che ora intende correggere.

D.: L'Ilva è una vicenda dove si scontrano due principii, da una parte la tutela dell'ambiente e della salute, dall'altra parte la tutela del lavoro. L'immunità penale garantisce l'Arcelor la non punibilità e quindi la possibilità di far funzionare un impianto tecnicamente sotto sequestro, tenendo conto che negli ultimi mesi l'Arcelor, grazie alla copertura dei parchi minerali, ha effettuato un lavoro che a Taranto non era mai stato fatto. Quindi la decisione del Governo lascia un pò perplessi anche perché tra tre mesi ci sarà la pronuncia della Consulta sulla leggittimità costituzionale dell'immunità penale. Il Governo, di fatto, ha anticipato la decisione della Corte Costituzionale. Che ne pensa della decisione del Governo?
R.: Facciamo una precisazione: innanzitutto è da verificare se tutti i parchi minerali siano stati coperti e comunque è rimasta irrisolta la questione dell'inquinamento ambientale da parte di questa azienda. Infatti, molti quartieri tarantini sono in sommossa e attualmente non solo non si è posto fine ma neppure si è limitata la diffusione delle malattie tumorali tra la popolazione.
Cosa posso pensare a questo punto, della Consulta, di Di Maio, del Governo che anticipa la decisione della Corte Costituzionale?...Dico semplicemente che si dimostra di essere degli avventurieri della politica e che prima di essere certamente condannati ora si cerca di rimediare. Non dobbiamo dimenticare che nelle more delle decisioni istituzionali e giuridiche, la gente continua ad ammalarsi e a morire. Dinanzi a questo catastrofico scenario, si dovrà finalmente avere il coraggio di decidere sulle sorti di questa azienda che se da una parte dà pane dall'altra distribuisce morte e malattie. Una conversione dell'ex-Ilva sul piano industriale se non proprio dell'intera città di Taranto con provvedimenti di carattere lavorativo e micro-industriale, dovrebbe far parte già oggi di una programmazione. La lungimiranza della politica in fondo è questa. Invece non vediamo nulla all'orizzonte se non soluzioni che mirano all'immediato. Intanto trascorrono mesi inutilmente senza che ci sia da parte di questa politica nessun progetto per il futuro di Taranto, futuro che non può essere in modo assoluto ne questa azienda ne un altra acciaieria che provoca tanta malattia e morte.

D.: Non è che alla fine rischiamo che Taranto diventi una nuova Bagnoli?
R.: Prima di rispondere a questa domanda faccio presente che l'Ilva o meglio dire l'Arcelor è azienda di interesse nazionale, produce acciaio e pare che produca un punto di PIL. Questo Stato italiano, secondo i più, non può fare a meno di questa azienda e dei suoi proventi. Ora è evidente che ancora una volta noi ci ritrova in una situazione di scegliere tra il bene dell'Italia o il bene delle persone. Questo lo lascio come quesito a tutti, anche se, secondo me, l'Italia non può esistere senza l'individuo, le persone, le famiglie. Premesso ciò, un altra considerazione: l 'ex Ilva è azienda di interesse nazionale come Alitalia, ma si usano, come al solito, due pesi e due misure.
Per Alitalia lo Stato interviene ripetutamente e concretamente, come con un prestito di 800 milioni di euro che da anni viene sistematicamente rinnovato senza che nessuno lo paghi, se non un carico per il contribuente. Per l' ex-Ilva di Taranto non ci sono mai i soldi per la sistemazione ambientale. In questo caso non ci sarebbe stato un prestito perdente ma un investimento per garantire il diritto al al lavoro e il diritto di vivere.
Detto ciò la risposta alla sua domanda è "si". E' positiva perché non è un rischio ma una quasi certezza che all'indomani dell'Ilva di Taranto resti una Bagnoli. In fondo un altra caratteristica di questo Stato è far nascere tali aziende e poi abbandonarle ad un territorio distrutto. Qui vicino a noi, a Bari, da decenni giace l'ex-Stanic che ha inquinato tutto il territorio e di cui non si fa nulla. Stessa sorte anche per la centrale dell'Enel accanto alla Stanic.
Quindi il rischio di una nuova Bagnoli è una certezza se questo è lo Stato, se questi sono i nostri governanti che in particolare pensano poco al Sud ma davvero poco o niente alla gente del Sud.
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Antonella Cirese

giovedì 27 giugno 2019

"NO" ALL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA, "SÌ" ALLA REPUBBLICA FEDERALE.


"NO" ALL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA, "SÌ" ALLA REPUBBLICA FEDERALE.
Intervista al segretario politico del Movimento Duosiciliano, Michele Ladisa.
D: L' autonomia è una sfida che il Sud deve cogliere?
R: Il Sud deve cogliere una sfida più ampia,farsi promotore di una revisione costituzionale profonda che lo metta in grado di confrontarsi alla pari con tutte le regioni d'Italia. 

D: Quale può essere la proposta che parte dal Sud? 
R: Intanto non è concepibile, ed è da rifiutare, ogni attività di autonomia fiscale differenziata che riguardi solo alcune regioni d' Italia. Pensiamo alle regioni a statuto speciale quali la Valle d' Aosta,il Trentino Alto Adige, la Sardegna e la Sicilia. La Costituzione Italiana è da considerarsi a tutti gli effetti superata e va riproposta in termine di Federazione regionale che è una realtà esistente da secoli per i più grandi stati del mondo. Dalla cosiddetta " Unità d' Italia" il Sud è stato soccombente ed è tutt'ora un enorme ricchezza propria, purtroppo sfruttata dallo Stato Italia. 

D: Il Federalismo quindi si adatta alle esigenze del Nord e del Sud? 
R: Con il Federalismo e ancora meglio con il Confederalismo, proprio del modello svizzero, il Sud può strutturare le sue risorse in maniera autonoma e indipendente pur restando nell' ambito dello Stato Nazione Italia...E' auspicabile un aggregazione delle regioni meridionali nella forma di una macroregione possibilmente nei confini dell'ex-Regno Delle Due Sicilie in quanto territorio florido, prospero, un tempo in grado di competere con le più grandi nazioni d' Europa. Questo, fino all'Unità d'Italia.

Antonella Cirese (Responsabile Stampa #MDS).