martedì 29 novembre 2016

Lettera di Marco Travaglio agli italiani all'estero.






Cari italiani che vivete all’estero, in questi giorni avete ricevuto una lettera firmata e spedita in 4 milioni di copie a tutti voi dal presidente del Consiglio Matteo Renzi in uno dei suoi più riusciti travestimenti: quello di segretario del Pd e leader del comitato BastaunSì
In pratica, questo signore nella sua seconda veste ha chiesto a se stesso nella sua prima veste l’elenco dei vostri nomi e dei vostri indirizzi postali e se lo è concesso tramite il suo ministro dell’Interno Angelino Alfano, che contemporaneamente lo negava a Giuseppe Gargani, leader del Comitato Popolare per il No. Così soltanto lui ha potuto raggiungervi uno per uno a domicilio, fingendo di informarvi sulle modalità di voto e sul contenuto della sua cosiddetta “riforma” costituzionale, impedendo a chi la contrasta di fare altrettanto. Il che già dovrebbe indurvi a diffidare di lui e a cestinarla. Se invece foste tentati di leggerla, sappiate che tutto ciò che egli vi scrive, tranne forse la sua firma in calce, è falso. 
Un po’ come l’opuscolo che un altro venditore di aspirapolvere farlocchi, Silvio Berlusconi, non a caso coautore di questa “riforma” a quattro mani con Renzi, inviò a milioni di elettori in Italia e all’estero nel 2001, dal titolo: Una storia italiana.
1.      
Renzi vi racconta che la sua “riforma” metterà fine alla “politica debole che si perde in un mare di polemiche” e la farà finita con un “Paese instabile, che cambia premier più spesso di un allenatore della Nazionale”: “63 governi in 70 anni”, “il record mondiale di instabilità”. Ora, a parte il fatto che la prima Repubblica ebbe il record mondiale della stabilità, visto che fu governata per quasi 50 anni dalla stessa maggioranza imperniata sulla DC e i suoi alleati, sia pure con diversi premier, quei 63 governi sarebbero stati 62 se non fosse arrivato Renzi. In questa legislatura l’Italia ha cambiato governo una volta sola, nel 2014, e proprio per colpa di Renzi, massimo fattore di instabilità e polemiche, che impose al PD di rovesciare il governo Letta per andare al potere con la stessa maggioranza: altrimenti l’Italia avrebbe avuto lo stesso governo per l’intera legislatura. Se vincesse il Sì, tutto questo potrebbe ripetersi, visto che nessuna norma della “riforma” lo impedirebbe.
2.      
Renzi vi racconta che, da quando lui è al governo, l’Italia è “rispettata all’estero”. È la stessa frottola che già raccontava Berlusconi quando l’Italia toccò il minimo storico di prestigio internazionale. Lo stesso sta purtroppo accadendo con Renzi, continuamente umiliato in Europa per le bugie sui conti pubblici, per gli impegni non rispettati e per la sua totale incapacità di essere credibile agli occhi dei partner.
3.      
Renzi vi racconta che “superiamo finalmente il bicameralismo paritario, un sistema legislativo che esiste solo in Italia”. Voi, soprattutto se abitate negli Stati Uniti o in Francia, sapete benissimo che forme di bicameralismo paritario esistono in molte grandi democrazie senza pregiudicare l’efficienza delle istituzioni. Quanto al presunto “estenuante ping-pong tra Camera e Senato” cui sarebbe costretta “ogni legge” che impiegherebbe “anni” per essere approvata, sappiate che in Italia, nell’ultima legislatura, è stata approvata una legge ogni 5 giorni202 leggi sono passate al primo colpo, mentre la “navetta” ne ha riguardate pochissime (43 approvate con tre passaggi tra le due Camere, 5 con quattro, una con cinque e una con sei).
4.      
Renzi vi racconta che la causa dei 63 governi in 70 anni è stata il “doppio voto di fiducia al governo da parte di Camera e Senato” (la “riforma” riserva la fiducia alla sola Camera). Bugia: solo 2 governi su 63, quelli di Romano Prodi, caddero per la sfiducia del Senato. Tutti gli altri, compreso quello di Letta a opera di Renzi, caddero fuori dal Senato e quasi sempre fuori dal Parlamento per manovre di Palazzo.
5.      
Renzi vi racconta che “questa riforma, definendo le competenze tra Stato e Regioni, mette fine all’assurda guerra tra enti pubblici che ogni anno si consuma in centinaia di ricorsi alla Corte costituzionale”. Falso: le Regioni a statuto speciale, le più costose e sprecone, non vengono toccate, anzi conteranno ancor di più, mentre quelle ordinarie verranno espropriate della loro sacrosante competenze sul controllo del territorio e dunque delle grandi opere (anche quelle ipercostose e inutili o dannose e inquinanti, tipo TAV Torino-Lione, Ponte sullo Stretto, inceneritori, oleodotti, gasdotti, trivelle petrolifere), che tornano nelle mani dell’uomo solo al comando a Roma in nome di un imprecisato “interesse nazionale”. Concetto talmente fumoso da autorizzare i governi a immischiarsi in qualsiasi materia che la “riforma” lascia alle Regioni, innescando non meno, ma più contenziosi fra governo centrale ed enti periferici. Lo stesso caos produrrà la nuova categoria delle “disposizioni generali e comuni” e “di principio”, che porteranno altra conflittualità sulle competenze fra Stato e Regioni.
6.      
Renzi vi racconta che “questa riforma riduce finalmente poltrone e costi della politica”. Ma in Italia, secondo uno studio Uil, i cittadini che vivono di sola politica sono 1 milione e 100 mila. La riforma riduce i senatori da 315 a 100: un taglio impercettibile con un risparmio irrisorio per lo Stato: circa 40 o 50 milioni all’anno (dati della Ragioneria dello Stato e bilancio preventivo del Senato), a fronte di oltre 800 miliardi di spesa pubblica. E a che prezzo? Quello di rinunciare all’elettività dei senatori, che non saranno più scelti dai noi elettori, ma dalla peggior Casta politica: quella dei Consigli regionali. Che manderanno in Senato 95 fra sindaci e consiglieri (più 5 nominati dal Quirinale), per giunta muniti dell’immunità parlamentare dagli arresti, dalle intercettazioni e dalle perquisizioni: un privilegio che la Costituzione riserva ai parlamentari eletti, cioè non a loro.
7.      
Renzi vi racconta che “la riforma elimina enti inutili come il Cnel (1 miliardo di spesa)”. Il plurale “enti inutili” è truffaldino: l’unico ente inutile che sparisce – usato come specchietto per le allodole per oscurare le magagne degli altri 46 articoli stravolti della Costituzione – è appunto il Cnel. Che però non costa 1 miliardo, ma appena 8,7 milioni l’anno (vedi bilancio del 2015), di cui 4-5 per il personale residuo che verrà trasferito alla Corte dei Conti e dunque lo Stato continuerà a pagarlo. Ben altri risparmi si sarebbero ottenuti abolendo il Senato (2,8 miliardi costo a legislatura) o dimezzando – come Renzi aveva promesso – il numero e gli stipendi di tutti i parlamentari, lasciandoli eleggere direttamente dal popolo.
8.      
Renzi vi racconta che la “riforma garantisce più poteri alle opposizioni… senza toccare i poteri del Presidente del Consiglio, né alcuno dei pesi e contrappesi che garantiscono l’equilibrio tra i poteri dello Stato”. Menzogna: il governo conterà molto di più,e non solo per la legge elettorale Italicum che regala il 54 per cento della Camera, e dunque il governo, al capo del partito più votato (anche nel caso in cui rappresenti solo il 20 per cento dei votanti, pari al 12-13 per cento degli elettori). Ma anche perché il governo avrà una corsia preferenziale in Parlamento, per i suoi disegni di legge, che andranno approvati entro 70 giorni (art. 72 della “riforma”): la stessa priorità non è prevista per le leggi di iniziativa parlamentare, così il governo monopolizzerà vieppiù l’attività legislativa del Parlamento, dettandogli la propria agenda. Nulla è previsto per le opposizioni, se non la promessa di una legge che dovrebbe disciplinarne i diritti: una legge mai scritta, affidata al buon cuore della futura maggioranza.
9.      
Renzi vi racconta che “per decenni tutti hanno promesso questa riforma…ma si sono dimenticati di realizzarla”. Falso: questa riforma, che modifica 47 articoli su 139 della Costituzione, così com’è non è stata mai promessa da nessuno. E men che meno dal PD, che l’ha imposta a un Parlamento riottoso con ogni sorta di forzature e senza alcuna legittimità (governa con i suoi mini-alleati in forza di una maggioranza illegittima, drogata dal “premio” della legge elettorale Porcellum già cancellata come incostituzionale dalla Consulta). Il PD nel 2013 ottenne la maggioranza – anche da una parte di voi italiani all’estero – in base a un programma elettorale che non prometteva di riscrivere un terzo della Costituzione, ma solo di ritoccarla in pochi punti: per allargare la “partecipazione democratica” e per dare “applicazione corretta e integrale di quella Costituzione che rimane tra le più belle e avanzate del mondo”.  Programma che la “riforma” calpesta e ribalta, tradendo la fiducia di noi elettori.
10.
Renzi vi invita a votare Sì per “andare avanti”, mentre il No significherebbe “tornare indietro”. Balle. La Costituzione americana del 1789 prevedeva senatori nominati dall’alto, poi nel 1913 fu emendata per farli eleggere direttamente come i deputati. Andare avanti significa allargarenon restringerela partecipazione popolare, soprattutto in un Paese come l’Italia dotato di una Costituzione che all’art. 1 recita: “La sovranità appartiene al popolo”. È la “riforma” renziana che ci fa tornare indietro, ai tempi dell’Italia monarchica e dello Statuto albertino, quando i senatori erano nominati e non eletti

Come vedete, cari italiani residenti all’estero, Renzi vi ha presi in giro, approfittando biecamente della vostra lontananza dall’Italia. Ma per fortuna, anche grazie alla Rete, è facile sbugiardarlo
Se grattate gli slogan e le foto patinate dei suoi incontri con i capi di Stato, e sul retro emergerà la vera domanda che il piccolo piazzista di aspirapolvere vi sta rivolgendo: rinunciate al diritto di eleggere i Senatori per farli scegliere a noi della Casta? 
Una domanda tanto più inquietante e provocatoria per voi, italiani di oltre confine, che oggi siete rappresentati da 6 Senatori eletti nei collegi esteri, mentre la “riforma” abolirà quella quota di rappresentanza, tagliandovi fuori dal primo ramo del Parlamento, che se vince il Sì sarà riservato ai Delegati-Nominati delle 20 Regioni, di 21 Comuni e del Colle.

LINKS PER APPROFONDIMENTI:

venerdì 18 novembre 2016

Weddings in Puglia (Matrimoni in Puglia).




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martedì 1 novembre 2016

Shock Economy e Business Disasters: interessa anche l'Italia?




«Shock e sgomento (Shock and awe) sono azioni che generano paure, pericoli e distruzione incomprensibili per la popolazione, per elementi/settori specifici della società che pone la minaccia, o per i leader. 
La natura, sotto forma di tornado, uragani, terremoti, inondazioni, incendi incontrollati, carestie ed epidemie, può generare Shock and awe».
tratto da Shock and awe: Achieving Rapid Dominance 
(Shock and awe: come ottenere rapidamente il predominio), la dottrina militare per la guerra d'Iraq.

«MENTRE TUTTA L'ITALIA CROLLA, IL P.I.L. (Prodotto Interno Lordo) AUMENTA VOLUTAMENTE...e se ci troviamo difronte alla volontà politica che episodi da shock economy e business disasters accadano, per trovare soluzioni efficienti, efficaci ed economiche, all'instabilità politico-economica-industriale nazionale ed internazionale? 
Allora, credo che la locuzione latina errare humanvm est, perseverare autem diabolicvm che tradotta letteralmente significa "commettere errori è umano, ma perseverare (nell'errore) è diabolico", sia la miglior risposta ai miei dubbi sull'attuale Governo e predecessori, di cui personalmente non mi fido».
MF

ALCUNI LINK DI APPROFONDIMENTO:
www.6aprile.it/featured/2010/10/05/il-business-del-terremoto.html

Italia fuori dalla NATO




«Lo scopo della NATO è di tenere dentro gli Americani, 
fuori i Russi e sotto i Tedeschi».
Hastings Lionel Ismay
(generale e politico britannico, primo segretario generale della NATO)


«È risaputo, anche se i mass-media di regime tacciono, che gli Stati Uniti giocano a risiko con i propri alleati NATO, tra cui l'Italia. E sino a quando, l'Italia sarà un Paese membro della NATO sarà (sempre) una pedina da muovere, in mano agli USA, nello scacchiere geopolitico internazionale.
Non può che essere questa la frase, che sintetizza il mio pensiero in vent'anni di analisi di dossier, libri, notizie, approfondimenti e curiosità sulla geopolitica e mondo militare. Valutazioni, le mie, da statista che cerca di prevedere e prevenire disastri e disagi. Soprattutto, alla luce degli ultimi "fronti caldi" come: Afghanistan, Siria, Kurdistan iracheno, Ucraina, Libia, Yemen, Corea del Nord e Corea del Sud.
Basti pensare, che la politica estera USA in Medio-oriente ha creato l'ISIS (DAESH), ha finanziato e rifornito di armi i ribelli del Presidente siriano Assad. L'ONU e l'Europa assenti (in-giustificati). Russia, Cina ed Iran, eterne rivali degli Stati Uniti, hanno dimostrato le loro capacità belliche (la prima) e diplomatiche sulla “Questione siriana”. L'onore delle armi va alla resistenza, resilienza ed "alleanza forzata" delle Forze Armate Siriane, alla Golden Division irachena e dei Peshmerga curdi.
Tralasciamo, per adesso, le cause e conseguenze delle Due Guerre Mondiali. Ma ad oggi, non trovo nessuno dei 206 Stati del mondo, di cui 196 riconosciuti sovrani, che vogliono guerreggiare con l'Italia, semmai vogliono conoscere la nostra storia millenaria (ex-Impero Romano, ex-Magna Grecia, ex-Regno delle Due Sicilie, etc.), tradizioni, turismo, folklore, commerciare prodotti e servizi.
Ma se vogliamo parlare di Difesa e Sicurezza nazionale (spazio reale e virtuale), con questi tempi moderni che viviamo, non ho dubbi a sostenere che:
- la forza militare aero-navale ed anfibia (Marina ed Aeronautica Militare);
- il controspionaggio;
- la cyberwarfare (guerra cibernetica) 
devono primeggiare rispetto alla componente terrestre (Esercito). Questa mia tesi deve sommare a sè tutte le attività formative e addestrative, operazioni di salvataggio e soccorso, etc.
Una grande potenzialità, volutamente non percepita dall’attuale Governo nazionale e suoi predecessori anche perché un brillante Ministro della Difesa (ad oggi, inesistente) deve osservare la conformazione della nostra penisola e non badare al portafoglio, per tagliare, tagliare e tagliare da decenni risorse economiche alle Forze Armate.
E poi, le nostre Forze Armate devono essere libere di analizzare, decidere e stabilire le migliori forniture militari con altri Paesi e, non costrette a comprare i già costosissimi F-35, per non parlare dei suoi rilevanti problemi di manutenzione. Mentre, il sottosuolo terrestre ed i fondali marini italiani sono pieni di residuati bellici (soprattutto bombe, mine e granate) americane, inglesi, tedesche, austro-ungariche, etc. da bonificare dalle Due Guerre Mondiali. 
Queste problematiche, trovano varie conferme documentate, che l’Italia è attualmente un paese organizzato in forma sabauda, anche per le sue Forze Armate e pertanto non moderno, all’avanguardia come in epoca dell’ex-Regno delle Due Sicilie, in cui un terzo della penisola italica era la 3^ (tre) Terza Potenza Mondiale industriale e militare. 
Quindi, senza teorie o teoremi da complotto, da comunista, da fascista, da pacifista ma da statista voglio l'Italia fuori dalla NATO, lo dice la Costituzione, lo vogliono i cittadini e soprattutto vorrei uno Stato ed il suo Governo capaci di ragionare con la propria testa nei scenari mondiali, fortemente caratterizzati da altissima volatilità dei mercati finanziari ed incertezze politiche a tutte le latitudini, di questo nuovo millennio».
MF

ALCUNI LINKS DI APPROFONDIMENTO:
www.barilive.it/news/Cultura/12887/news.aspx
www.quotidiano.net/esteri/mosul-isis-1.2646069
http://briganterocco.blogspot.it/2016/08/hanno-scoperto-lacqua-calda-litalia-e.html?spref=fb