giovedì 19 dicembre 2019

PETIZIONE POPOLARE a favore della BANCA POPOLARE DI BARI e delle BANCHE DEL SUD



Contattateci per firmare i Moduli della "Petizione Popolare contro la trasformazione della Banca Popolare di Bari in S.p.A." da inviare al premier incaricato, prof. Giuseppe Conte e CDM (Consiglio dei Ministri) in carica. 

TESTO DELLA PETIZIONE POPOLARE: 
«Illustre Presidente Conte, Illustri Ministri, le vicissitudini della banca Popolare di Bari sono un vero dramma per tutto il bistratto territorio meridionale. 
Apprezziamo l'intervento del Governo a favore degli azionisti-risparmiatori ma contestualmente sorge una grave preoccupazione sul cosiddetto "salvataggio" dell'Istituto di Credito barese mediante la Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale S.p.A. e capitali "privati". Tra l'altro, gli interventi della Banca del Mezzogiorno sono destinati a società bancarie "di norma" società per azioni. 
Questo significa spalancare le porte alla concreta possibilità di trasferire la proprietà della nostra Banca ad Istituti di Credito del nord, dando così un colpo mortale alla piccola e media imprenditoria del sud. Questo significa ulteriore povertà, ulteriore disoccupazione, ulteriore emigrazione dei nostri giovani. 
Chiediamo che questo scempio non si realizzi, che la Banca resti "Popolare", resti dei nostri risparmiatori, resti una grande banca del sud per tutti i meridionali». 

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domenica 8 dicembre 2019

UN'ALTRA TEGOLA CADE SULL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BARI



«A furia di rinnegare permessi, autorizzazioni, patrocini gratuiti, ecc...si isoleranno e saranno assediati da tutte le forze politiche avversarie.
Forse perché i "compagni" vogliono essere i custodi della storia, cultura, arti, scienze, ecc. ecc.? Allora, siamo difronte ad un'altro mistero della politica italiana, post-unitaria. 
Concludo, parafrasando il filosofo tedesco HANS GEORG GADAMER: "La cultura è l'unico bene dell'umanità che diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande".
Ma, se continuano ad essere duri di comprendonio, avranno la "guerra", quella "politica" ovvio!».
MF